Descrizione Progetto
Calligrafia realizzata da Tomaso Baj, dedicata a Hnina in occasione del salvataggio della madre Caterina a fronte di una emorragia.
La mamma aveva bisogno di aiuto. La situazione era grave e Hnina, 9 anni, non soltanto lo ha capito perfettamente, ma ha anche avuto la capacità di intervenire. Da sola, ha chiamato i soccorsi, ha spiegato nel dettaglio ciò che stava accadendo e, come se non bastasse, è anche scesa in strada per dare indicazioni agli operatori dell’ambulanza che non riuscivano a individuare l’abitazione.
«Se sono viva e sto bene, è soltanto grazie a mia figlia». Continua a ripeterlo, Caterina Ratti. E la sua non è una frase di circostanza ma, semplicemente, la realtà dei fatti. La donna comasca, nelle scorse ore, è stata dimessa dall’ospedale. Sta bene e il peggio è alle spalle. Se non fosse stato per la sua bambina, però, questa vicenda avrebbe avuto tutt’altro finale.
Il pensiero di Caterina corre a martedì scorso.
«Mi sono alzata presto, mia figlia dormiva ancora – ricorda la donna – Per noi era una giornata importante. Ero incinta di poche settimane, Hnina lo sapeva ed era felice ed emozionata. Quel giorno sarei andata a fare la prima visita e avrebbe avuto le prime notizie sul fratellino».
Caterina, però, non stava bene e quella mattina se n’è accorta subito, appena alzata. «Non mi sentivo bene ma non ho avuto il tempo di fare nulla perché la situazione è precipitata rapidamente. Ho svegliato mia figlia, poi sono andata in bagno e sono svenuta. Sono caduta a terra e non riuscivo a fare niente. Mi sono risvegliata dopo il primo svenimento ma non riuscivo ad alzarmi né a raggiungere il telefono per chiedere aiuto».
Dove non poteva arrivare la mamma, è arrivata Hnina. «Ha provato a telefonare alla nonna e alla zia, ma era molto presto e non rispondevano – racconta Caterina – Allora ha capito che non c’era tempo da perdere e ha chiamato il 118. Ha spiegato esattamente la situazione. Ha detto che la mamma era incinta e doveva andare a fare una visita. Poi ha spiegato che mi ero sentita male e quello che stava succedendo».
Dalla centrale del 118 hanno tranquillizzato la bambina e le hanno detto che sarebbero arrivati rapidamente. La piccola è rimasta sempre accanto alla mamma. «Dopo essere svenuta la prima volta mi sono ripresa e poi la situazione si è ripetuta, perdevo i sensi e mi riprendevo – ricorda la donna – Mi hanno poi spiegato che ho avuto crisi lipotimiche. Mentre ero più lucida sentivo Hnina, l’ho ascoltata parlare con il 118 e spiegare la situazione. Era lucidissima, non si è persa d’animo neppure per un istante».
La bambina ha fatto ancora di più. Caterina è figlia di Alfredo Ratti, uno dei fondatori di “Ratti Flora”, recentemente scomparso. «Abito in una casa nelle serre dell’azienda, a Casnate con Bernate, e non è semplice individuare la nostra abitazione – ricorda ancora la donna – A un certo punto abbiamo sentito le sirene dell’ambulanza e abbiamo capito che giravano attorno, nella zona, probabilmente senza riuscire a trovarci. Si avvicinava e si allontanava. Hnina ha ricontattato il 118 e poi è scesa in strada e ha guidato i soccorritori fino a casa nostra. È veramente incredibile quello che ha saputo fare».
La mamma comasca è stata portata d’urgenza all’ospedale Sant’Anna.
I medici hanno accertato che la sua, purtroppo, era una gravidanza extrauterina. «Si era rotta la tuba e avevo un’emorragia interna, ho perso due litri di sangue – ricorda Caterina – Sono stata operata subito e l’intervento è fortunatamente riuscito. Mi sono salvata, sto bene e lo devo alla mia bambina».
Soltanto dopo aver saputo che la mamma stava bene, Hnina si è lasciata andare. «Nel pomeriggio è crollata, ha dormito per ore e sono emersi gli effetti della tensione e della paura accumulate la mattina – dice ancora Caterina – Prima, però, quando stavo male ed è dovuta intervenire è stata sempre lucidissima e non ha perso il controllo neppure per un istante. Si è comportata davvero in un modo straordinario».
Tratto dal Corriere di Como
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