Descrizione Progetto
1 – Villa Olmo
È la più sontuosa fra le ville comasche; situata in un magnifico parco con splendida vista sul lago. Venne fatta edificare dal Marchese Innocenzo Odescalchi, la cui famiglia diede i natali a papa Innocenzo XI, e sorse sopra le rovine della residenza del poeta romano Caninio Rufo. Deve il suo nome alla remota presenza di un gigantesco e secolare olmo, piantato, secondo la tradizione da Plinio il Giovane.
Nel 1927 ospitò la Seconda Esposizione Voltiana, allestita in occasione della celebrazione del Primo Centenario della Morte di Alessandro Volta, e nel 1949, in occasione del 150° Anniversario dell’Invenzione della Pila, la Mostra dell’Elettricità Applicata.
2 – Tempio Voltiano
Fatto erigere e donato alla città da Francesco Somaini, affinché vi fossero qui custoditi i cimeli voltiani. L’edificio, in stile neoclassico, fu progettato dall’architetto Federico Frigerio. Concluso nel 1927, fu inaugurato l’anno successivo (1928). Alessandro Volta, morendo, lasciava una preziosa eredità di manoscritti e di strumenti di altissima importanza scientifica e storica. Questi mirabili cimeli, alcuni originali, altri recuperati dall’incendio che distrusse completamente la Prima Esposizione Voltiana del 1899, ed altri fedelmente ricostruiti sono qui raccolti.
3 – Istituto Giosuè Carducci
Fu eretto, su progetto dell’architetto Cesare Mazzocchi, grazie alla generosa offerta di numerosi donatori e al contributo della popolazione. L’edificio, inaugurato il 20 settembre 1910, doveva ospitare l’Associazione “Pro Cultura popolare”, istituita il 18 agosto 1903 come ente teso a promuovere la cultura delle classi popolari.
Nel settembre del 1927, in occasione delle Celebrazioni Voltiane del Primo Centenario della morte di Alessandro Volta, presso l’aula di Scienze Naturali dell’istituto Carducci veniva ospitato il Congresso Internazionale, al quale parteciparono 12 vincitori di premi Nobel. Per ricordare l’evento eccezionale, sulle pareti già decorate con i medaglioni naturalistici del pittore Zambelli, vennero aggiunti l’anno successivo quattro medaglioni con i nomi degli scienziati membri del Congresso, provenienti da 14 nazioni diverse. L’ambiente è chiamato oggi “Sala dei Nobel”.
4 – Piazza Alessandro Volta
L’antico nome di questa piazza era Aliasca o Piana della Jasca dal nome di una nota famiglia comasca e fu curiosamente il primo campo di calcio della città.
Nel 1834, il conte Francesco di Hartig, Governatore della Lombardia, pose la prima pietra dell’erigendo monumento ad Alessandro Volta, al compimento del quale fu deciso di intitolare la piazza all’illustre Comasco. L’inaugurazione di questo primo monumento dedicato al sommo fisico avvenne nel 1838. Il monumento che si erge quasi al centro della stessa, è opera di Pompeo Marchesi. La base, sulla quale poggia la bella statua, con ricchi ornamenti che riproducono le invenzioni voltiane, fu ideata da Franco Durelli.
5 – Chiesa di San Provino
Questa piccola chiesa è fra quelle più antiche della città. È compressa fra due stabili e forma un corpo unico con un’abitazione privata del XIV secolo.
Questo tempio viene aperto al pubblico una sola volta all’anno, in occasione della festa di S. Provino l’8 marzo. Qui, il 22 settembre 1794 Alessandro Volta contraeva matrimonio con Donna Teresa Peregrini del Conte Lodovico, nobile comasca.
6 – Broletto
Adiacente al Duomo; eretto in stile romanico-gotico, risale al 1215; era il centro della vita politica ed economica della città. Fu devastato più volte nei momenti di maggiore tensione tra le fazioni comasche. Nel 1977, in occasione del 150° Anniversario della Morte di Alessandro Volta, l’Enel organizzò ed allestì nella sala di questo edificio e sotto le sue volte, una grande mostra dal titolo “Energia Elettrica: dalla Pila di Volta ad Oggi”.
7 – Teatro Sociale
In questa località prima sorgeva un castello medievale denominato Castello della Torre Rotonda, fatto erigere dalla nobile famiglia Rusca. Il 31 gennaio 1809, il Consiglio Municipale si riunì per deliberare la costruzione del teatro. Fu Alessandro Volta a presiedere la seduta.
8 – Piazza San Fedele
Qui si trova la Basilica di San Fedele, costruita nel XII secolo, sul luogo ove sorgeva la paleocristiana S. Eufemia.
Una settimana dopo la morte di Alessandro Volta, la nobiltà di Como fece celebrare in questa basilica un rito funebre solenne. Sulla piazza si affacciano due abitazioni, forse del ’500 ed altre con i loro porticati. Sotto uno di essi si trova una lapide del 1615 incisa in latino dove compare il nome di Zanino Volta, antenato del sommo fisico.
9 – Casa di Alessandro Volta
Al numero civico 62 di via Volta si trova il palazzo che Volta acquistò nel 1803 e nel quale, sul finire del 1799, come egli stesso dichiara, mette definitivamente a punto la pila. Non si tratta quindi della casa natale, della quale non c’è più traccia e che si trovava nei pressi.
10 – Chiesa di San Donnino
Ha origini romaniche e forse ancora più antiche. Venne completamente riedificata nel secolo XIV e poi nel XVII e subì altri rifacimenti negli ultimi due secoli.
Alessandro Volta fu battezzato in questa chiesa il giorno dopo la sua nascita. Una lapide ricorda tale evento e fa sapere che il sommo fisico insegnava qui il catechismo ai fanciulli. Alla sua morte, fu ancora questo sagrato ad accoglierlo per celebrare il rito funebre. Qui sono custoditi i due registri sui quali furono stilati gli atti di nascita e di morte del grande Comasco.
11 – Torre Gattoni
Questa torre, situata ad Ovest della città murata, ai tempi di Volta si chiamava Torre di Porta Nuova. Fa parte della sua fortificazione, fatta ricostruire da Federico I detto il Barbarossa, unitamente alle altre due torri. Venne acquistata nel tardo 1700 dal canonico Giulio Cesare Gattoni. In essa allestì, nel 1783, un laboratorio di fisica e vi ordinò le sue collezioni scientifiche. Il primo parafulmine in città (e forse in Italia) il Gattoni lo aveva istallato sulla loggia di casa sua, a 100 passi dalla torre, nel 1768. Nessuna testimonianza ci può confermare che Volta abbia usato gli apparati posti dal Gattoni sulla torre per propri esperimenti. Alessandro Volta, amico del Gattoni, vi veniva per studiare ed effettuare esperimenti che precludevano alla grande invenzione del secolo, la pila.
12 – Liceo Classico Alessandro Volta
Sul luogo ove erano la chiesa ed il convento delle Monache di Santa Cecilia, si erge un nobile edificio neoclassico opera dell’architetto ticinese Simone Cantoni. Al tempo di Alessandro Volta, il Liceo di Como era sede del Gabinetto di Fisica Sperimentale e gli venne intitolato nel 1865.
Nel proprio museo si trovano alcuni cimeli di Volta fra i quali il “moretto”: una statua usata per ameni esperimenti con l’aria infiammabile nativa delle paludi.
13 – Tomba di Alessandro Volta
Alessandro Volta aveva desiderato essere sepolto nelle vicinanze della sua villa prediletta sita a Campora e la moglie ed i figli rispettarono la sua volontà. Fecero erigere un monumento in stile neoclassico su progetto dell’ingegner Melchiore Nosetti.
Ai lati dell’ingresso si trovano due pregevoli statue, dello scultore Argenti di Viggiù, che rappresentano la Fede che prega e la Scienza che piange un suo cultore. All’interno un’ara mortuaria custodisce le spoglie mortali di Volta e sopra ad essa un suo busto, scolpito in marmo di Carrara da Gian Battista Comolli. Un bassorilievo, opera dell’Argenti, con 14 figure rappresenta Volta che illustra l’invenzione della Pila a Napoleone Bonaparte a Parigi.
In questa tomba Volta fu sepolto nel 1831 e in essa trovano riposo anche i suoi diretti discendenti. Due lampioni funzionanti a gas metano si trovano all’ingresso del piccolo camposanto, ed ogni sera diffondono una tenue luce: ci ricordano che Volta, oltre ad aver scoperto il gas metano, fu anche l’inventore della prima lampada a gas con accensione elettrica.
14 – Villa di Alessandro Volta
In questa villa Alessandro Volta trascorse i periodi più interessanti della sua laboriosa vita e della sua vecchiaia. Amava trascorrere il suo tempo libero passeggiando nel giardino, meditando sulle sue ipotesi scientifiche. Si narra che proprio su di un tavolo di marmo collocato nel giardino attuò alcuni degli esperimenti che lo portarono alla realizzazione della pila.
15 – Casa di Lodovico Monti
Salendo a Brunate con la funicolare, poco distante dalla stazione di arrivo, nella via Alessandro Volta al civico numero 5 si trova la vecchia casa che fu di Lodovico Monti, un artigiano che costruiva barometri.
Alessandro Volta trascorse i suoi primi trenta mesi di vita in questa dimora, curato amorevolmente da Elisabetta Pedraglio, moglie di Lodovico. I costumi di quel tempo ritenevano che fosse cosa inadatta ad una donna nobile allattare personalmente i figli.
16 – Faro Voltiano
Lasciata Brunate, a poco più di venti minuti
di cammino, in località San Maurizio, sorge il Faro Voltiano, dono della Società dei
Telegrafisti in occasione del centenario della morte di Volta. Dalla sua sommità si gode un panorama unico, sulla pianura e la catena delle Alpi dove svetta il Monte Rosa. Compiendo una rivoluzione al minuto, il faro lancia fasci luminosi di colore verde, bianco e rosso visibili da una distanza di oltre 50 chilometri. Oggi è dotato di lampade LED e in tutto il mondo vi solo solo altri due fari che sfruttano la medesima tecnologia. L’inaugurazione avvenne nel 1927.
https://www.google.com/maps/d/edit?mid=zwB6ltdltecE.kK7B3Z0O_Fpk
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